Paul Graham (Y Combinator) risponde alle domande dei founders sui principali fattori chiave di successo per le startup. Queste sono le sue risposte e i suoi consigli.
Tempo di lettura: 3 min
Cosa ti aspetta nella lettura:
- Fare attenzione alla relazione tra i co-founders
- Le startup si impadroniscono della tua vita
- È una montagna russa emotiva
- Potrebbe rivelarsi anche divertente
- La resilienza è la chiave
- Pensare a lungo termine
- Tante piccole cose
- Iniziare con un MVP (Minimum Viable Product)
- Coinvolgere gli utenti
- Fai pivot! (Ovvero cambia la tua idea)
- Non preoccuparti dei concorrenti
- È difficile ottenere clienti/utenti
- Porsi sempre nel “worst case”
- Gli investitori sono sprovveduti
- Cerca di venderti al meglio
- La fortuna è un grande fattore
- Il valore della community
- I founders spesso non sono rispettati
- Le cose cambiano man mano che si cresce
- Cosa sta succedendo qui?
1. Fare attenzione alla relazione tra i co-founders
Questa è stato l’aspetto che ha destato sorpresa nel maggior numero di founders. Ci sono stati due tipi di risposte: che devi stare attento a chi scegli come co-founder, e che devi lavorare duramente per mantenere la relazione.
La caratteristica a cui le persone pensavano di dover prestare più attenzione nella scelta dei co-founders era il carattere e l’impegno, non l’abilità.
Questo aspetto di solito si rivela vero con startup che falliscono e la lezione è: non scegliere co-founders che si sfaldano.
La relazione tra i fondatori è più importante delle loro skills.
Preferirei co-fondare una startup con un amico che con un estraneo che ha più skills. Le startup rappresentano delle sfide così difficili ed emotive che i legami ed il supporto emotivo e sociale che vengono con l’amicizia superano l’output extra perso dovuto ad una performance diversa. Abbiamo imparato questa lezione molto tempo fa.
I fondatori di startup di successo ritengono che sia meglio investire il tempo nel mantenere la relazione con i propri co-founders, rispetto a scegliere dei co-founders perfetti per la loro startups.
Una cosa che mi ha sorpreso è come la relazione dei fondatori di startup spesso passi dall’amicizia ad essere paragonabile ad un vero e proprio matrimonio. La mia relazione con il mio co-founder è passata dall’essere solo amici a vedersi sempre, preoccuparsi delle finanze e occuparsi di tutto. E la startup era il nostro bambino. Una volta l’ho riassunto così:
“È come se fossimo sposati, ma non facciamo sesso”
Molte persone hanno usato la parola “sposati”. È una relazione molto più intensa di quella che si vede di solito tra colleghi – in parte perché lo stress è molto più grande, e in parte perché all’inizio i fondatori rappresentano di fatto l’intera azienda. Quindi questo rapporto deve essere costruito e mantenuto con cura. È la base di tutto.
2. Le startup si impadroniscono della tua vita
Proprio come il rapporto tra co-founders è più intenso di quello che c’è di solito tra colleghi, così è il rapporto tra founders e l’azienda.
Gestire una startup non è come avere un lavoro o essere uno studente, perché non stacchi mai. Questo è così diverso rispetto alle abitudini della maggior parte delle persone che non è difficile capirlo finchè non lo si prova. [1]
Non avevo capito che avrei passato quasi ogni momento di veglia a lavorare o a pensare alla nostra startup. Si entra in uno stile di vita completamente diverso quando si tratta della propria azienda rispetto a quando si lavora per l’azienda di qualcun altro.
È esacerbato dal ritmo veloce delle startup, che fa sembrare che il tempo rallenti.
Penso che la cosa che mi ha sorpreso di più è come la prospettiva del tempo cambi. Lavorando alla nostra startup, ricordo che il tempo sembrava allungarsi, così che un mese sembrava un intervallo di tempo molto più lungo. Nel migliore dei casi, l’immersione totale può essere eccitante: È sorprendente quanto si diventa consumati dalla propria startup, nel senso che ci si pensa giorno e notte, ma mai una volta ci si sente come “lavoro”.
Proprio come un detto di Confucio:
“Scegli un lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno della tua vita”
3. E’ una montagna russa emotiva
Questo è un altro aspetto che ha sorpreso molte persone. Gli alti e bassi erano più estremi rispetto a quanto si aspettassero.
In una startup, le cose sembrano grandiose un momento e senza speranza quello dopo. E per dopo, intendo un paio d’ore dopo.
Gli alti e bassi emotivi sono stati la più grande sorpresa per me. Un giorno, pensavamo alla nostra startup come alla prossima Google e sognavamo di comprare delle isole; il giorno dopo, riflettevamo su come far sapere ai nostri cari del nostro totale fallimento; e così via.
La parte difficile, ovviamente, sono i punti bassi. Per molti fondatori questa è stata la grande sorpresa: quanto sia difficile mantenere tutti motivati durante i giorni o le settimane difficili, cioè quanto possano essere bassi i bassi. Dopo un po’, se non hai un successo significativo per tirarti su, ti sfinisce:
Il consiglio più elementare per i fondatori è “non morire”, ma l’energia per tenere in piedi un’azienda al posto del successo non è gratuita nè infinita; viene alimentata dai founders stessi. C’è però un limite a quanto si può sopportare. Se si arriva al punto in cui non si può più continuare a lavorare, non è la fine del mondo. Un sacco di imprenditori famosi hanno avuto dei fallimenti lungo la strada.
4. Potrebbe rivelarsi anche divertente
La buona notizia è che anche gli alti sono molto alti. Molti fondatori di startup hanno detto che ciò che li ha sorpresi di più nel fare una startup è quanto sia divertente:
e questo in parte è dimostrato dal fatto che i founders sono più soddisfatti del loro lavoro di quasi tutti i loro amici che non hanno avviato aziende.
Quello che piace di più ai founders (rispetto a chi lavora in azienda) è la libertà.
Ecco la testimonianza di un founder: sono sorpreso da quanto ci si senta meglio a lavorare su qualcosa che è stimolante e creativo, qualcosa in cui credo, rispetto alla roba che facevo prima. Sapevo che mi sarei sentito meglio; quello che è sorprendente è che non pensavo che mi sarei sentito così tanto meglio.
Non temo di disincentivare così chi sta pensando di fondare una startup. Preferisco che tutti pensino che iniziare una startup sia triste e difficile, piuttosto che avere dei fondatori che ci entrano aspettandosi che sia divertente, e qualche mese dopo dicono “Questo dovrebbe essere divertente? Stai scherzando?!”
La verità è che fondare una startup non sarebbe divertente per la maggior parte delle persone. Molto di ciò che cerchiamo di fare nel processo di selezione è di eliminare le persone che non sono fit con questo aspetto (che chiamiamo Founder Mindset), sia per il nostro bene che per il loro.
Il modo migliore per dirlo potrebbe essere che avviare una startup è divertente come lo sarebbe un corso di addestramento di sopravvivenza, se ti piace quel genere di cose. Che è come dire, per niente, se non ti piacciono.
5. La resilienza è la chiave
Molti fondatori sono stati sorpresi di quanto sia importante la resilienza nelle startup. È stata una sorpresa sia negativa che positiva: sono stati sorpresi sia dal grado di resilienza richiesto. Tutti dicevano quanto determinato e resiliente devi essere, ma andare avanti mi ha fatto capire che la determinazione richiesta è ancora sottovalutata.
Diversi founders hanno menzionato specificamente quanto la resilienza fosse addirittura più importante dell’intelligenza. Sono stato sorpreso diverse volte da quanto questo aspetto sia risultato determinante.
La resilienza è in assoluto l’abilità più importante per un founder ed è per questo che è fondamentale il carattere e la personalità nella scelta di un co-founder.
6. Pensare a lungo termine
Hai bisogno di resilienza perché tutto richiede più tempo di quanto ti aspetti. Molte persone sono state sorprese da questo, perchè pensano erroneamente che portare una startup al successo richieda poco tempo. Al contrario mi sorprendo continuamente da quanto tempo richieda.
Supponendo che il tuo prodotto non abbia una crescita esplosiva, come pochi prodotti effettivamente hanno, tutto ciò che va dallo sviluppo alla vendita sembra richiedere almeno 2-3 volte più tempo di quanto immagino.
Una motivazione che spiega il perchè i founders si sorprendano di questo aspetto è che siccome loro lavorano velocemente, si aspettano che tutti gli altri lo facciano. C’è una quantità scioccante di stress in ogni punto in cui una startup tocca un’organizzazione più burocratica, come una grande azienda o un fondo VC. Ecco perché il fundraising e il mercato enterprise uccidono e mutilano così tante startup. [2]
Ma penso che la ragione per cui la maggior parte dei fondatori sono sorpresi da quanto tempo è necessario a portare una startup al successo è che sono troppo ottimisti. Pensano che saranno un successo immediato, come YouTube o Facebook. Ma la verità è che solo 1 su 100 startup di successo ha una traiettoria come quella, e tutti pensano “noi saremo quell’1 per cento”.
La cosa più importante che non ho capito prima di entrarci è che la resilienza è la chiave. Per la stragrande maggioranza delle startup che hanno successo, sarà un viaggio molto lungo, almeno 3 anni e probabilmente più di 5.
C’è un lato positivo nel pensare a lungo termine. Non è solo che devi rassegnarti al fatto che tutto richieda più tempo del dovuto. Se lavori con più calma è meno stressante, e puoi fare un lavoro migliore: se siamo rilassati, è molto più facile divertirsi facendo quello che facciamo. Non c’è più l’imbarazzante energia nervosa alimentata dal disperato bisogno di non fallire che guida le nostre azioni. Possiamo concentrarci sul fare ciò che è meglio per la nostra azienda, il prodotto, i dipendenti e i clienti.
Ecco perché le cose vanno molto meglio quando si raggiunge la redditività. Si può passare a una diversa modalità di lavoro.
7. Tante piccole cose
Sottolineiamo spesso come raramente le startup vincono semplicemente perché hanno avuto un’idea magica. Penso che i fondatori si siano ormai messi in testa questo concetto.
Ma molti sono stati sorpresi nello scoprire che questo vale anche all’interno delle startup. Devi fare un sacco di cose diverse. Molti pensano che essere CEO voglia dire dirigere ed occuparsi soltanto di aspetti strategici, ma non è così!
L’operatività è molto maggiore rispetto alla strategia. E’ molto più probabile che i task di cui un founder di una startup si occupa riguardino uno strano bug di una piattaforma, o rintracciare un bug nel foglio di calcolo Excel del modello finanziario la notte prima di una riunione importante, piuttosto che avere brillanti lampi di intuizione strategica.
La maggior parte degli hacker-founder, la tipologia di founder statisticamente di maggior successo, vorrebbe passare tutto il tempo a programmare. Non ci si arriva, a meno che non si fallisca. Che può essere anche letto così: se passate tutto il vostro tempo a programmare, fallirete.
Il principio si estende anche nella programmazione. Raramente c’è un singolo “hack” (funzionalità) brillante che assicura il successo:
Ho imparato a non scommettere mai su una sola funzionalità che ti porti al successo. Non è mai una singola cosa. Il percorso per il successo è fatto di step incrementali ed è importante continuare a fare molte di queste cose finché non sviluppi un prodotto che soddisfi davvero le esigenze del cliente.
Anche nei rari casi in cui un hack intelligente fa la tua fortuna, probabilmente non lo saprai fino a che non l’avrai ottenuta:
Non esiste una cosa come una “killer feature”. O almeno non saprete qual’è finchè non lo diventa! Quindi la migliore strategia per differenziare il rischio è quella di provare molte cose diverse.
La ragione per non mettere tutte le uova in un paniere è la strategia di diversificazione che minimizza il rischio. Tale strategia si applica anche quando si sa quale paniere è il migliore, nel caso degli investimenti. In una startup non si sa nemmeno questo.
8. Iniziare con un MVP (Minimum Viable Product)
Molti fondatori hanno menzionato quanto fosse importante lanciare con la cosa più semplice possibile. A questo punto tutti sanno che si dovrebbe lanciare velocemente e iterare altrettanto velocemente. È praticamente un mantra in Y Combinator. Ma nonostante questa pratica diffusa molte persone sembrano essere rimaste scottate per non averlo fatto:
Perché la gente ci mette troppo tempo per la prima versione? Per lo più per orgoglio. Odiano rilasciare qualcosa che potrebbe essere migliore. Si preoccupano di quello che la gente dirà di loro. Ma bisogna superare questo:
Fare qualcosa di “semplice” a prima vista non significa che non si stia facendo qualcosa di significativo, difendibile o di valore.
Non preoccupatevi di cosa dirà la gente. Se la vostra prima versione è così impressionante da non essere criticata, avete aspettato troppo a lanciare. [3]
Come recita una famosa citazione di Reid Hoffman, founder di Linkedin:
“Se non ti vergogni della prima versione del prodotto che hai lanciato, significa che l’hai lanciata troppo tardi”
Molti founder di successo sostengono che questo dovrebbe essere l’approccio non solo per lanciare la prima versione di un prodotto, ma per lanciare anche tutte quelle successive fino a raggiungere la maturità.
Il miglior modo per scrivere codice dovrebbe essere quello di pensare “Come posso scrivere questo in modo tale che se la gente vedesse il mio codice, sarebbe stupita da quanto poco c’è e quanto poco fa?”
L’over-engineering è veleno. Non è come fare un lavoro extra per un credito extra. È più come dire una bugia che poi devi ricordare per non contraddirla.
9. Coinvolgere gli utenti
Lo sviluppo del prodotto è una conversazione con l’utente che non inizia veramente fino al lancio. Prima del lancio, sei come un disegnatore di identikit della scientifica prima che abbia mostrato la prima versione del suo schizzo al testimone.
È così importante lanciare velocemente che potrebbe essere meglio pensare alla tua versione iniziale non come un prodotto, ma come un pretesto per far sì che gli utenti inizino a parlare con te.
Ho imparato a pensare alle fasi iniziali di una startup come un gigantesco esperimento. Tutti i prodotti dovrebbero essere considerati esperimenti, e quelli che hanno un mercato mostrano risultati promettenti molto rapidamente, rispetto a quelli che non hanno un mercato.
Una volta che iniziate a parlare con gli utenti, vi garantisco che sarete sorpresi da quello che vi diranno.
Quando lasci che i clienti ti dicano cosa cercano, spesso riveleranno dettagli sorprendenti su ciò che trovano prezioso e su ciò per cui sono disposti a pagare. Lo scopo dell’imprenditore è poi quello di realizzarlo.
La sorpresa è generalmente sia positiva che negativa. Non gli piacerà quello che hai costruito, ma ci saranno altre cose che vorrebbero e che sarebbero banalmente facili da implementare. Però finché non lanciate non potrete iniziare la conversazione con loro e quindi comprendere (e quindi realizzare) quello che stanno cercando.
10. Fai pivot! (Ovvero cambia la tua idea)
Per trarre vantaggio dal coinvolgimento degli utenti devi essere disposto a cambiare la tua idea. Abbiamo sempre incoraggiato i fondatori a vedere un’idea di startup come un’ipotesi piuttosto che come un progetto. Eppure si sorprendono ancora di quanto funzioni bene fare pivot (ovvero cambiare idea o strategia).
Di solito, se ti lamenti che qualcosa è difficile, il consiglio generale è di lavorare di più. Con una startup, penso che dovresti trovare un problema che sia facile da risolvere. Ragionare e pensare alla soluzione è naturale e viene spontaneo farlo, ma puoi fare enormi guadagni concentrandoti maggiormente a risolvere il problema.
Mentre la semplice determinazione, senza flessibilità, è un approccio che non può portarti a niente di più di un mediocre risultato:
Quando qualcuno è determinato, c’è ancora il pericolo che segua un percorso lungo e difficile che alla fine non porta da nessuna parte.
Si vuole spingere in avanti, ma allo stesso tempo girare e girare per trovare il percorso più promettente.
I founder di successo ritengono che: l’iterazione veloce è la chiave del successo.
Una ragione per cui questo consiglio è così difficile da seguire è che le persone non si rendono conto di quanto sia difficile giudicare le idee delle startup, in particolare le proprie. I founders esperti imparano a mantenere una mente aperta.
Non si può mai dire cosa funzionerà. Devi solo fare quello che ti sembra meglio in ogni momento. Facciamo questo con lo stesso YC. Non sappiamo ancora se funzionerà, ma sembra un’ipotesi decente.
11. Non preoccuparti dei concorrenti
Quando pensi di avere una grande idea, è un po’ come avere la coscienza sporca per qualcosa. Tutto quello che qualcuno deve fare è guardarti in modo strano, e tu pensi “Oh mio Dio, lo sanno”.
Abbiamo paura che ci rubino l’idea. Ma questa paura è quasi sempre infondata:
Le aziende che sembravano concorrenti e che sembrano costituire delle minacce a prima vista, di solito non lo sono mai quando le analizzi davvero. Anche se operano nello stesso settore, hanno un obiettivo diverso.
Una ragione per cui spesso i founder di startup reagiscono in modo eccessivo ai concorrenti è che sopravvalutano le idee. Se il principale valore di una startup fosse nell’idea, un concorrente con la stessa idea sarebbe una vera minaccia. Ma nel 99% dei casi è l’execution che conta: tutte le paure indotte dal vedere spuntare un nuovo concorrente vengono dimenticate settimane dopo. Si tratta sempre del tuo prodotto e del tuo approccio al mercato.
Questo è generalmente vero anche se i concorrenti ottengono molta attenzione mediatica.
I concorrenti che cavalcano il trend non è detto che siano davvero i vincitori sul mercato e possono scomparire dalla mappa rapidamente. Dopo tutto, non è importante tanto l’attenzione mediatica per una startup, quanto trovare clienti che pagano per il vostro prodotto.
L’hype a livello di comunicazione non rende gli utenti soddisfatti, almeno non per qualcosa di così complicato come la tecnologia.
12. È difficile ottenere clienti/utenti
Molti founders si lamentano di quanto sia difficile ottenere utenti:
“Non avevo idea di quanto tempo e sforzo fosse necessario per ottenere utenti fino a che non ho fondato una startup”.
Questo è un argomento complicato. Quando non riesci a ottenere utenti, è difficile dire se il problema sia il marketing o il prodotto. Anche i buoni prodotti possono non funzionare.
Far sì che la gente usi un nuovo servizio è incredibilmente difficile. Questo è particolarmente vero per un servizio integrato con quello di altre aziende, perché richiede il lavoro dei loro sviluppatori. Se sei piccolo, non pensano che sia urgente. [4]
La critica più tagliente a Y Combinator è venuta da un founder che ha detto che non ci siamo concentrati abbastanza sull’acquisizione di clienti.
Y Combinator ha un motto “Do something people want” (Realizza qualcosa che piaccia alle persone) come un compito ingegneristico, un flusso senza fine di funzionalità dopo funzionalità fino a quando abbastanza persone sono felici e l’applicazione decolla. C’è poca attenzione al costo di acquisizione dei clienti.
Questo può essere vero; questo può essere qualcosa che dobbiamo sistemare, specialmente per applicazioni come i giochi. Se fai qualcosa in cui le sfide sono principalmente tecniche, puoi contare sul passaparola, come ha fatto Google.
C’è una paura irrazionale che nessuno compri il tuo prodotto. Ma se lavori duro e lo migliori progressivamente, non c’è bisogno di preoccuparsi.
Ma con altri tipi di startup si può vincere meno con le feature e più con gli accordi e il marketing. Questo è particolarmente vero per tutte le startup la cui crescita è fortemente condizionata dall’entrare in determinati canali di distribuzione, come appunto i media.
13. Porsi sempre nel “worst case”
Non solo le startup, ma anche gli accordi di partnerhsip falliscono. Questa è una costante del mondo delle startup. Le startup sono piccole e senza molte referenze, soprattutto nelle fasi iniziali. Per questo tutti sono prudenti nel chiudere accordi con le startup.
Questo è particolarmente vero con gli investitori:
Se tornassimo indietro, sarebbe stato molto meglio se avessimo portato avanti la startup senza puntare su investimenti esterni. In questo modo la nostra sopravvivenza sarebbe dipesa dalla nostra capacità di trovare presto dei flussi in entrata.
Il mio consiglio è quello agire ponendovi sempre nel “worst case”, ovvero nello scenario peggiore . Supponete di non ricevere denaro, e se qualcuno ve ne offre, supponete che non ne riceverete mai più.
D’altra parte se qualcuno ti offre dei soldi, prendili. E’ fondamentale. Molti founder hanno avuto l’opportunità di raccogliere molto più denaro di quello che hanno fatto, successivamente si sono pentiti nel non averlo fatto.
Spesso i founder sbagliano perchè sono troppo ottimisti, Essere ottimisti su cose che non si possono controllare di solito rappresenta un errore. In ogni caso, sii ottimista sulla tua capacità di fare qualcosa di grande, ovvero sii ambizioso.
14. Gli investitori sono sprovveduti
Molti fondatori hanno detto quanto sono stati sorpresi dalla mancanza di conoscenza degli investitori: non sanno praticamente nulla delle startup in cui hanno investito. Ho incontrato alcuni investitori che avevano investito in un dispositivo hardware e quando ho chiesto loro una demo del dispositivo hanno avuto difficoltà ad accenderlo.
I Business Angels sono un po’ meglio dei Venture Capital, perché di solito hanno essi stessi esperienza di startup e quindi riescono ad immedesimarsi meglio nei founders.
Gli investitori Venture Capital non sanno la metà delle volte di cosa stanno parlando. Alcuni sono fantastici, ma la maggior parte degli investitori con cui abbiamo avuto a che fare sono poco professionali, non sembravano essere molto bravi negli affari o avere un qualche tipo di visione creativa. Parlare con i Business Angels risulta essere generalmente molto meglio.
Perché i founders sono sorpresi che i VC siano sprovveduti? Penso il motivo stia nel fatto che si presentano mediamente molto meglio rispetto a quello che sono veramente.
La ragione per cui i VC sembrano formidabili è esserlo fa parte della loro professione. Si diventa un VC convincendo gli asset manager a fidarsi di te con centinaia di milioni di dollari, è fondamentale fare bella figura e sapersi vendere. Come si fa? Devi sembrare sicuro di te, e devi sembrare che capisci la tecnologia. [5]
15. Cerca di venderti al meglio
Poiché gli investitori sono così cattivi nel giudicarti, devi lavorare più duramente di quanto dovresti per vendere te stesso. Un fondatore ha detto che la cosa che lo ha sorpreso di più è stata quanto fingere certezza ha impressionato gli investitori.
Questa è la cosa che mi ha sorpreso di più delle esperienze dei fondatori di Y Combinator.
Quest’estate abbiamo invitato alcuni degli alumni a parlare alle nuove startup sulla raccolta di fondi, e praticamente il 100% dei loro consigli riguardava la psicologia degli investitori. Pensavo di essere cinico sui VC, ma i founder in realtà erano molto più cinici.
Molto di ciò che i fondatori di startup fanno è solo un’ostentazione. Ma funziona.
Gli stessi VC non hanno idea della misura in cui le startup che gli piacciono sono quelle che riescono a vendersi meglio ai VC. [6] È esattamente lo stesso fenomeno che abbiamo visto un passo prima. I VC ottengono denaro sembrando fiduciosi agli asset manager, e i fondatori ottengono denaro sembrando fiduciosi ai VC.
16. La fortuna è un grande fattore
Con due collegamenti così casuali nel percorso tra startup e denaro, non dovrebbe essere sorprendente che la fortuna sia un grande fattore negli affari. Eppure molti founders ne sono sorpresi.
Non mi ero reso conto di quanto ruolo giocasse la fortuna e quanto fosse fuori dal nostro controllo. Se pensi alle startup che oggi sono diventate grandissime aziende, è abbastanza chiaro quanto grande sia il ruolo della fortuna. Dove sarebbe Microsoft se IBM avesse insistito su una licenza esclusiva per il DOS?
Perché i founders sono ingannati da questo aspetto? Gli uomini d’affari probabilmente non lo sono, ma gli hacker sono abituati a un mondo meritocratico in cui l’abilità è fondamentale, e si ottiene ciò che si merita.
Quando abbiamo fondato la nostra startup, compreso una cosa: che questo è un settore in cui è fondamentale l’abilità. Lo è, in qualche modo. Avere abilità è prezioso. Così come essere determinati come l’inferno. Ma essere fortunati è l’ingrediente critico.
In realtà il modello migliore sarebbe dire che il risultato è il prodotto di abilità, determinazione e fortuna. Non importa quanta abilità e determinazione si abbia, se si è sfortunati, il risultato è zero.
Queste citazioni sulla fortuna non provengono da fondatori le cui startup sono fallite. I fondatori che falliscono rapidamente tendono ad incolpare se stessi. I fondatori che hanno successo rapidamente di solito non si rendono conto di quanto siano stati fortunati. Sono quelli nel mezzo che vedono quanto sia importante la fortuna.
17. Il valore della community
Un numero sorprendente di fondatori ha detto che ciò che li ha sorpresi di più nell’iniziare una startup è stato il valore della community. Alcuni intendevano la community dei founders di YC.
Il che non dovrebbe essere così sorprendente, perché è proprio per questo motivo che Y Combinator è strutturata come una community. Altri sono stati sorpresi dal valore della community di startup in senso più ampio:
“Sembra di essere nel futuro. Ad esempio vivere nella Silicon Valley, dove non puoi fare a meno di sentire tutte le notizie tecnologiche e di startup all’avanguardia, e incontrare costantemente persone utili.”
La cosa specifica che li ha sorpresi di più è stato lo spirito generale di condivisione e la disponibilità delle persone nell’aiutare gli altri. Anche le persone che non avevano nulla da guadagnare si sono fatte in quattro per aiutare la nostra startup ad avere successo.
La sorpresa per me è stata quanto siano accessibili le persone importanti e interessanti, CEO e founder di grandi aziende. È incredibile quanto facilmente puoi raggiungere le persone e ottenere un feedback immediato.
Questo è uno dei motivi per cui mi piace far parte di questo mondo. Creare ricchezza non è un gioco a somma zero, quindi non devi pugnalare le persone alle spalle per vincere.
18. I founders spesso non sono rispettati
Al di fuori del mondo delle startup, spesso i founders di startup non ricevono rispetto.
Nei contesti sociali, ho scoperto che ho ottenuto molto più rispetto quando ho detto: “Ho lavorato su Microsoft Office” invece di “Lavoro in una piccola startup di cui non hai mai sentito parlare chiamata x”.
In parte questo è dovuto al fatto che il resto del mondo non capisce le startup, e in parte è un’altra conseguenza del fatto che la maggior parte delle buone idee di startup sembrano inizialmente delle cattive idee.
Se proponi la tua idea ad una persona a caso, il 95% delle volte scoprirai che la persona istintivamente pensa che l’idea sarà un flop e che stai sprecando il tuo tempo (anche se probabilmente non lo dirà direttamente).
19. Le cose cambiano man mano che si cresce
L’ultima grande sorpresa che i fondatori hanno menzionato è quanto le cose siano cambiate mentre crescevano. Il più grande cambiamento è che devi programmare ancora meno:
La descrizione del tuo lavoro come founder tecnico è completamente riscritta ogni 6-12 mesi. Meno codifica, più gestione/pianificazione/costruzione dell’azienda, assunzione, pulizia dei pasticci, e in generale mettere le cose a posto per quello che deve succedere tra qualche mese.
In particolare, ora hai a che fare con i dipendenti, che spesso hanno motivazioni diverse:
Conoscevo l’equazione del founder ed ero concentrato su di essa da quando sapevo di voler avviare una startup quando avevo 19 anni. L’equazione del dipendente è molto diversa, quindi mi ci è voluto un po’ per capirla.
Fortunatamente, può diventare molto meno stressante una volta raggiunta la quota di crociera:
“Direi che il 75% dello stress è sparito da quando abbiamo iniziato. Gestire un’attività è molto più piacevole ora. Siamo più fiduciosi. Siamo più pazienti. Litighiamo meno. Dormiamo di più.”
Cosa sta succedendo qui?
Quando guardo le risposte, il tema comune è che iniziare una startup è stato come ho detto, ma dieci volte tanto. Le persone non sembrano capire quanto sia diverso finché non lo fanno. Perché? La chiave di questo mistero è chiedere, quanto diverso da cosa?
Una volta che l’hai formulato in questo modo, la risposta è ovvia: da un lavoro. Il modello di lavoro di tutti è un lavoro. È completamente pervasivo. Anche se non hai mai avuto un lavoro, i tuoi genitori probabilmente l’hanno avuto, insieme a praticamente ogni altro adulto che hai incontrato.
Inconsciamente, tutti si aspettano che una startup sia come un lavoro, e questo spiega la maggior parte delle sorprese. Spiega perché le persone sono sorprese di quanto attentamente devi scegliere i co-founders e quanto duramente devi lavorare per mantenere il tuo rapporto.
Non devi farlo con i colleghi. Spiega perché gli alti e bassi sono sorprendentemente estremi. In un lavoro quando stacchi stacchi, se fondi una startup non staccherai mai. Ma spiega anche perché i bei momenti sono sorprendentemente buoni: la maggior parte delle persone non può immaginare una tale libertà.
Probabilmente non puoi superare qualcosa di così pervasivo come il modello di lavoro con cui sei cresciuto. Quindi la soluzione migliore è essere consapevoli di questo. Mentre entri in una startup, penserai “tutti dicono che è davvero estremo”. Il tuo pensiero successivo sarà probabilmente “ma non posso credere che sarà così male”.
Se volete evitare di essere sorpresi, il pensiero successivo dovrebbe essere: “e la ragione per cui non posso credere che sarà così male è che il mio modello di lavoro è un lavoro normale”.
Source: Articolo tradotto e riadattato dall’Paul Graham
Note
[1] I laureati potrebbero capirlo. Alla scuola di specializzazione hai sempre la sensazione di dover lavorare alla tua tesi. Non finisce ogni semestre come le lezioni.
[2] Il modo migliore per una startup di impegnarsi con le organizzazioni che si muovono a rilento è quello di creare processi separati per trattare con loro. È quando sono sul percorso critico che ti uccidono – quando dipendi dalla chiusura di un affare per andare avanti. Vale la pena prendere misure estreme per evitarlo.
[3] Citazione di Reid Hoffman: “If you aren’t embarrassed by the first version of your product, you have launched too late.”
[4] La domanda da porsi su ciò che hai costruito non è se è buono, ma se è abbastanza buono da fornire l’energia necessaria.
[5] Alcuni VC sembrano capire la tecnologia perché la capiscono davvero, ma questo è eccessivo; il test decisivo è se puoi parlarne abbastanza bene da convincere i partner limitati.
[6] Questo è lo stesso fenomeno che si vede con gli appaltatori della difesa o i marchi di moda. Più stupidi sono i clienti, più sforzo si spende nel processo di vendere cose a loro piuttosto che nel fare le cose che si vendono.