Una volta si studiava e si cercava il posto fisso. Oggi non funziona più così. E se pensi di avere idee e coraggio fuori dal comune, allora dovresti costruire qualcosa di tuo.
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Premesso che ognuno di noi ha la propria vocazione e destino da compiere, voglio descrivervi qui quali sono i motivi che mi hanno spinto a 27 anni a lasciare la mia avviata carriera in un’azienda di consulenza per fondare una startup e un’organizzazione che aiutasse le persone a realizzare le proprie idee.
Amici e parenti non ci credevano:
“Ma in questo periodo di crisi come ti viene in mente di lasciare un lavoro che tutti vorrebbero per buttarti in una cosa così insicura?”
Ecco i motivi per cui secondo me fare startup oggi è più sicuro che lavorare in azienda:
Il paradigma scuola – università – lavoro non esiste più
I nostri genitori e le generazioni passate sono vissuti in un mondo che non c’è più. Studiavi, imparavi un mestiere che sarebbe stato quello per tutta la vita e ti progettavi un futuro. Lineare.
Oggi semplicemente non è più così. La prospettiva di vita scuola-università-lavoro con cui ci hanno educato i nostri genitori si è sgretolata davanti ai nostri occhi.
A parte poche eccezioni, la maggior parte delle università non riesce a formare le persone e introdurle nel mondo del lavoro.
D’altra parte, fare startup oggi viene considerata la migliore Business School possibile, oltre che una scelta di vita. Lavorando ormai nel settore delle startup da molti anni concordo pienamente: è a tutti gli effetti un’azienda con obiettivi, si viene a contatto con tutte le aree aziendali, ognuno ha una responsabilità (che in azienda neanche dopo anni), si mette subito in pratica quello che si impara senza troppa paura di sbagliare, perché la cultura delle startup si fonda sul concetto che per crescere bisogna imparare dagli errori.
Precario per precario, tanto vale costruire qualcosa di tuo
Vedo tanti miei amici, anche più bravi di me all’università, che si dannano per cercare una stabilità e continuano a navigare nell’incertezza di contratti a tempo determinato.
Molti vivono con l’ossessione di mettere il nome di un’azienda nota per arricchire il loro CV. Danno la priorità al nome aziendale piuttosto che a quanto quel lavoro li formerà.
Ma prima di approcciare un lavoro, indipendentemente da come si chiama l’azienda, chiedetevi:
- l’azienda in cui andrò a lavorare è in un settore che crescerà nei prossimi 5 anni o è un settore in crisi?
Perché se scegli di lavorare in un settore in crisi e poi ti mandano via te la sei andata un po’ a cercare. - Se mi specializzo in quell’ambito potrò riposizionarmi sul mercato o rimarrò per sempre in quel settore?
Se quel settore non ti piace lavorarci tutta la vita potrebbe essere un sacrificio troppo grande. - Sto dando seguito a quello che più mi piace e per cui sono più portato?
Se no, potresti fare l’errore di non valorizzare te stesso. Perché le cose per cui siamo più portati sono quelle che ci riescono meglio e sui cui dobbiamo puntare.
In poche parole, applicate il metodo PATRA (PAssioni-TRend-Asset).
Quando spiego perché secondo me è meno rischioso fondare una startup piuttosto che lavorare in azienda, faccio il paragone della società e parlo di conto economico e stato patrimoniale.
Mentre lavorando in azienda quello che ricevo è un reddito annuale (paragonabile appunto al conto economico), fondando una società posso contare su un reddito annuale (conto economico) ma costruisco anche valore che mi rimane negli asset aziendali (stato patrimoniale).
In altre parole, è come se mentre mi pagano l’affitto, costruisco anche un’altra casa.
Oggi è il miglior periodo nella storia per fare impresa
Viviamo un periodo storico in cui fare impresa non è mai stato così facile per diversi fattori:
- Internet consente di creare modelli di business scalabili e raggiungere milioni di persone in tutto il mondo;
- Chiunque può diventare un imprenditore. Per avviare un’impresa c’è bisogno di molti meno soldi rispetto al passato e sono disponibili tantissime possibilità di finanziamento, pubbliche e private;
- Ragazzi in un garage possono realizzare un’impresa mondiale: oggi è la competenza, più che l’esperienza, a far si che possano essere generate e realizzate idee innovative.
- Non ci sono più barriere sociali, geografiche e linguistiche. Ogni persona può arrivare a parlare con qualsiasi altra, indipendentemente dalla sua età, provenienza. Inoltre, mai come oggi contano idee e competenza. In più è possibile spostarsi in qualsiasi punto del mondo ed è molto più semplice comunicare.
Il trend delle nuove startup è in forte crescita
Penso che in questi anni stiamo vivendo quella che a posteriori verrà definita la IV rivoluzione industriale.
Quattro ventenni che si mettono a lavorare insieme in un garage possono fare concorrenza ad un’azienda con migliaia di dipendenti.
Mentre negli Stati Uniti e negli altri ecosistemi più favorevoli alle startup, il processo è cominciato da 20-30 anni, in Europa e in Italia è arrivato negli ultimi 5-10 anni.
Ma diventare uno startupper o lavorare in una startup oggi vuol dire essere un precursore, come i primi pionieri che andavano alla ricerca dell’oro.
Se oltre a questa vision, analizziamo la situazione da un punto di vista macroeconomico: l’ecosistema startup è da anni in forte crescita, contrariamente ad altri settori dell’economia tradizionale.
Lo dimostrano sia gli investimenti crescenti in tutto il mondo negli ultimi anni, anche in Italia, le forti capitalizzazioni delle aziende innovative fondate da pochi anni e l’attenzione mediatica crescente.
Siamo fatti per sognare
Confucio diceva:
“Scegli il lavoro che ami e non lavorerai nemmeno un giorno della tua vita”
Assolutamente vero. Guardati allo specchio. Hai ancora voglia di spaccare il mondo? Cosa vuoi diventare tra dieci anni? Hai ancora entusiasmo?
Il lavoro è una parte troppo importante della nostra vita per sprecarlo a fare qualcosa che non ci piace. Per questo penso che lavorare 10 ore al giorno per tutti i giorni per 40 anni facendo qualcosa che non ti piace è il rischio più grande che tu possa correre.
Sarebbero decine di migliaia di ore sprecate (88.000 ore per la precisione).
E poi, cosa c’è di più bello nel veder crescere qualcosa che hai creato tu?
D’altronde, la mia ambizione mi spinge a voler seguire il percorso di grandi personaggi, che dicevano:
“Solo coloro che sono talmente folli da pensare di cambiare il mondo, lo cambiano davvero”
(S. Jobs, pubblicità Think Different)
e
“Un vincitore è solo un sognatore che non si è arreso”
(N. Mandela)