Per Il 3°anno consecutivo investimenti in startup sopra il miliardo, ma non è tutto oro quel che luccica.
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il 2023 registra la prima vera battuta d’arresto dopo anni di crescente fiducia da parte degli investitori nelle startup italiane.
Superata la soglia del miliardo per il terzo anno consecutivo, ma con fatica. Il dato non sorprende gli addetti ai lavori, viste le operazioni non esaltanti dei primi tre trimestri del’23.
Quanto hanno raccolto le startup italiane?
L’Osservatorio Startup HiTech del Politecnico di Milano, in collaborazione con Innovup, ha pubblicato il report annuale sugli investimenti in startup italiane: nel 2023 si sono effettuate operazioni per un valore totale di 1.131 miliardi di euro, la cui ripartizione viene offerta dallo schema seguente.
Come si evince dalla figura, l’ecosistema italiano dipende ancora fortemente dagli investitori formali, ossia dalle società di Venture Capital, dai fondi di CVC e dai fondi istituzionali (su tutti CdP Venture Capital). Questa tipologia di operatori ha contribuito per il 46%, allocando nelle casse delle startup circa €523M.
Investitori internazionali ed informali hanno pesato rispettivamente il 36% ed il 18%, con investimenti per 410 e 198 milioni.
E’ stato un anno positivo?
Per rispondere correttamente a questa domanda bisogna analizzare i risultati mettendoli in relazione con le performance degli anni precedenti.
Ricostruendo lo schema proposto da EconomyUp ci sono diversi aspetti che saltano all’occhio.
Dopo anni caratterizzati dalla crescente fiducia da parte degli investitori, il decremento rispetto al 2022 è significativo: -39%
A mancare sono soprattutto i capitali provenienti dall’estero: – 55% rispetto al 2022.
Timidi anche gli investitori informali, che nel 2022 avevano investito 346 milioni, contro i 198 di quest’anno (-43%).
A testimonianza di quanto anticipato in apertura, il contributo degli operatori formali rimane abbastanza stabile registrando una una piccola variazione a ribasso (-14%).
Quindi no. Non si può affermare che sia stato un anno particolarmente positivo, ed anzi è opportuno interrogarsi su cosa sia successo negli ultimi 12 mesi.
Ma che è successo rispetto all’anno scorso?!?
2.Scelte governative poco “startup-friendly”: a settembre ‘23 il governo ha bloccato 300 milioni di euro destinati al Fondo per il sostegno al Venture Capital costituito presso il MIMIT.
Inoltre il forte ritardo con cui l’Italia ha recepito le regole europee sul crowdfunding ha fortemente impattato su uno strumento che nel 2022 aveva totalizzato 105 milioni di euro di raccolta.
3.Instabilità geopolitica e incertezza economica: l‘instabilità geopolitica globale, l’aumento dei tassi di interesse e l’inflazione in crescita hanno creato un clima di incertezza e cautela, spingendo gli investitori a riconsiderare le loro strategie e a ridurre l’appetito per i rischi associati agli investimenti in startup.
Il calo del valore del mercato del Venture Capital Europeo (ne parleremo a breve) riflette questa tendenza globale.
4.Scarso contributo dal CVC: nonostante aumentino le iniziative strutturate di Corporate VC, nel 2023 solo una startup su tre era partecipata da un fondo di CVC. Eppure le aziende “backed by” fondi di CVC generano il 45,6% dei ricavi totali, in base ai dati raccolti dall’Osservatorio sull’Open Innovation e il Corporate Venture Capital Italiano, promosso da Innovup.
Ma è un problema solo italiano?
Decisamente no, anzi è doveroso inquadrare la decrescita verificatasi nel 2023 come riflesso dello scenario macroeconomico internazionale in cui l’ecosistema italiano si inserisce ed opera.
Peekaboo è particolarmente sensibile al tema, e già ad aprile di quest’anno aveva pubblicato un articolo dal titolo “Com’è iniziato il 2023 per il VC europeo” esprimendo preoccupazione per la partenza in sordina del settore.
Ad ottobre poi sono stati pubblicati i dati che mostravano come il valore del VC Europeo nei primi 9 mesi del 2023 fosse diminuito del 49% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a confermare le preoccupazioni di inizio anno (Atomico ha pubblicato il report StateOfEuropeanTech che mostra i risultati aggiornati del VC europeo, scaricabile gratuitamente quì).
Le motivazioni sono molteplici, di cui alcune già anticipate: eccessive valutazioni nei fundraising del periodo pandemico, mancanza di mega-round, exit ed IPO, condizioni geopolitiche incerte e sfavorevoli, alti tassi d’interesse ed inflazione in costante aumento.
La volontà di tutti gli operatori è quella di ripristinare quanto prima le condizioni economiche e finanziarie che hanno consentito lo sviluppo dell’industria tech europea, nella speranza che le variabili esogene ed ambientali riescano a stabilizzarsi.
Detto ciò le condizioni attuali sono correttamente rappresentate nella figura seguente, che mostra un -45% rispetto al 2022 ed addirittura un -55% rispetto al 2021.
Chi ben comincia…
Non è tutto oro quel che luccica, ma una buona parte si (e bisogna continuare a crederci!).
Nel report pubblicato dall’Osservatorio Startup HiTech alla fine dello scorso novembre non hanno fatto in tempo a rientrare alcune operazioni dell’ultimo minuto, che fanno ben sperare per l’anno prossimo.
SmartPricing è una piattaforma AI che calcola e suggerisce il prezzo dinamico più redditizio per le camere di alberghi e B&B. Al round da 13 milioni hanno partecipato il fondo Partech Venture, TheTechshop e Azimut Digitech Fund con l’aiuto di FNDX oltre ai founders di Bending Spoons.
WeRoad è un Tour Operator digitale più amato dai Millenials per organizzare viaggi di gruppo in giro per il mondo. Il round da 18 milioni, guidato da H14, ha visto la partecipazione di diversi investitori privati tra cui il Gruppo E80 ed il gruppoRottapharm, oltre a investitori che già avevano creduto nel progetto. Sale quindi a36 milioni di euro il totale raccolto finora.
Soplaya è una startup foodtech che ha sviluppato un canale di approvvigionamento digitale per i ristoranti italiani. Il round da 12,5 milioni è stato guidato daSinergia Venture Fund con la compartecipazione di P101, Azimut e CDP Venture Capital.
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