L'Open Innovation è uno dei metodi più efficaci per aumentare la competitività delle PMI sui mercati globali. Ma cosa si intende per Open Innovation? E perché è importante per una PMI?
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L’Open Innovation è un modello di innovazione che sta prendendo piede velocemente a livello globale. Secondo le ultime ricerche anche in Italia il 75% delle multinazionali ha adottato approcci di Open Innovation (OI) negli ultimi anni, ma il trend non è altrettanto conosciuto se ci spostiamo sulle PMI.
Perché una PMI dovrebbe fare Open Innovation?
L’Open Innovation stimola l’introduzione di nuovi servizi o prodotti, poiché le aziende possono trarre profitto da un considerevole risparmio di costi e di tempo, attingendo a risorse e conoscenze esterne.
Una strategia di innovazione aperta permette di attingere alle competenze specializzate dei partner, per sviluppare un’offerta con una funzionalità complessivamente superiore a quella che l’azienda sviluppa basandosi solo sulle competenze interne.
I processi e le metodologie di Open Innovation sono stati studiati soprattutto con riferimento alle grandi aziende, mentre scarsa attenzione è stata dedicata alle PMI. Le piccole e medie imprese (PMI) sono la spina dorsale dell’economia europea. Rappresentano il 92% di tutte le imprese in Italia e impiegano l’82% dei lavoratori.
Considerando che ci sono differenze rilevanti tra una grande azienda e una PMI in termini di risorse, capacità finanziarie e dimensione operativa, le PMI e le grandi imprese gestiscono l’innovazione e beneficiano dei valori dell’Open Innovation in modo diverso.
I processi di innovazione nelle PMI
Normalmente le PMI hanno procedure interne di R&S meno formalizzate e questo facilita la possibilità di collaborare con startup esterne all’azienda.
Una barriera all’utilizzo dei processi di Open Innovation potrebbe essere la mancanza di risorse per gestire il processo, che però è allo stesso tempo il motivo principale per il quale le PMI devono guardare oltre i loro confini organizzativi.
Avendo meno risorse è difficile per una piccola azienda italiana riuscire ad essere sempre “sulla cresta dell’onda dell’innovazione”, e questo risulta un grande rischio per gli imprenditori.
Non riuscire a stare dietro ai cambiamenti del mercato è uno dei pericoli più grandi che fa fallire anche le multinazionali.
Normalmente, due dimensioni possono misurare il risultato dell’innovazione:
- l’introduzione di un nuovo prodotto o servizio sul mercato
- la crescita del fatturato da nuove linee di business.
Attraverso queste due variabili possiamo approfondire quale tipo di pratiche di innovazione sono più adeguate per le PMI e con quali risultati.
L’OI ha un effetto positivo sull’introduzione di nuove offerte sia per le piccole che per le grandi imprese, ma le PMI sembrano essere più efficaci nel generare nuovi prodotti o servizi, e quindi ricavi.
In una PMI il portafoglio di proprietà intellettuale è più efficiente e strettamente legato al core business. La funzione R&S è focalizzata sullo sviluppo di brevetti in grado di essere integrati con profitto nel business e la collaborazione con altri partner aumenta la probabilità che le PMI lanciano nuovi prodotti o servizi, cosa che non sempre accade per le grandi aziende.
Tramite l’Open Innovation è possibile non solo lanciare nuovi prodotti o servizi, ma anche scoprire quali sono le nuove esigenze del mercato o le nuove tecnologie per efficientare i processi interni.
Come abbiamo appena visto, per una PMI risulta complicato riuscire ad essere continuamente allineata sulle innovazioni e i cambiamenti del mercato in cui opera, ma è anche vero che la sua dimensione ridotta la rende più malleabile e propensa ad un cambiamento rapido.
Le Piccole e Medie Imprese sono da sempre il motore dell’economia italiana, ma in un contesto in cui i mercati cambiano drasticamente nel giro di pochi anni è necessario che tutte queste realtà abbraccino l’ecosistema Startup al fine di cooperare per creare valore condiviso.